L'abecedario e la nascita delle carte illustrate


La prima definizione data dal dizionario Treccani indica che l'abbecedario, ma a me piace di più chiamarlo abecedario, prende il nome dai componimenti poetici medievali, i quali per ogni riga a capo iniziavano con la successiva lettera dell'alfabeto. La parola abecedario infatti dal latino abecedarius racchiude in sè le prime quattro lettere dell'alfabeto.

Per comprendere come si è passati dal componimento al comune utilizzo come libro scolastico per l'apprendimento delle lettere bisogna partire dal linguaggio e dal momento in cui iniziò ad essere tramandato in forma scritta.

Senza indagare sulla nascita cronologica esatta dei diversi tipi di scrittura, geroglifica, cuneiforme o fenicia, si può immaginare quanto fu difficile nel passato insegnare a riconoscere e associare suoni, concetti e simboli. Tanto più che i primi metodi, comunque utilizzati per tantissimo tempo, furono quelli di imparare le lettere con il loro suono (s= esse) da qui la complessità nel tradurre una parola grafemica semplice come CASA in suono (ca a esse a).

L'apprendimento migliorò un po' quando si introdusse la sillabazione, i giochi di parole e lettere, la manipolazione delle lettere sottoforma di biscotti, pane e altro fino ad arrivare nel 1500 quando si introdusse il metodo fonico per l'acquisizione della lettura.


Grazie a Valentin Ickelsamer si introdusse un nuovo metodo, ovvero dare il suono alle lettere e non il nome. La sua intuizione fu frutto dell'osservazione dell'imitazione dei bambini per i suoni della natura. Ickelsamer chiese la pubblicazione di schede che includessero la lettera e un'immagine che ne ricordasse il suono, prima di allora mai inserita. Questo suo metodo si avvale di associazioni ideofoniche, che stimolano quindi più sensi contemporaneamente. Nella realtà questa stampa non avvenne mai.

Gli abecedari stampati a fine secolo sono ancora privi di figure, e si limitano a riportare in bella grafia le lettere in successione in maiuscolo e minuscolo. 

Fu Peter Jordan che dall'intuizione di Ickelsamer stampò le carte riportanti lettera e immagine, ma non come avrebbe indicato l'idea di Ickelsamer cioè che le lettere riproducessero un suono della natura (g come grrr che fa il lupo) ma come iniziali della parola disegnata. Successivo all'apprendimento delle lettere dell'alfabeto viene l'apprendimento delle sillabe.

Nel corso dei secoli si sono iniziate ad usare quindi lettere e immagini per insegnare a leggere, creando una vasta letteratura di libri per bambini riportanti immagini più o meno elaborate in caratteri altrettanto fini. In alcuni libri a fine ottocento si ha anche la parola descrivente l'immagine e la parola sillabata.


Ed ecco come sono nati gli abecedari e la loro interessante e intensa storia che arriva fino ai giorni nostri, quando due ragazze si incontrano e per la nuova stagione entrante decidono di realizzare un loro progetto di abecedario ricalcante i grandi pensatori del passato.

Giorgia mamma di due bambini arteterapista e amante della natura e me, Silvia, mamma studiosa e creativa a tutto tondo. Se volete le nostre tessere scrivetemi!

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