Intervista a Veronica Venafra, Pedagogista - Ratabirata



1. Chi è Veronica Venafra? 

Eccomi, posso cominciare dicendoti che sono una pedagogista!

Ho fatto una percorso di studi in scienze dell'educazione triennale e successivamente magistrale in scienze pedagogiche all'università di Roma Tre conseguita con il massimo dei voti. Nel tempo mi sono accorta che mi mancava sempre qualcosa: volevo saperne di più dell'apprendimento di ogni bambino. In seguito, quindi, ho fatto un tirocinio presso uno studio e mi sono letteralmente appassionata ai disturbi dell'apprendimento.

La mia esperienza mi ha portato a distinguere una diagnosi di disturbi dell’apprendimento, con un semplice ritardo di lettura, scrittura e calcolo.

Pertanto, anziché partire da un disturbo, è bene essere prudenti, avviare una buona strategia di recupero scolastico e con il tempo valutare i risultati. Spesso i bambini vengono etichettati erroneamente, spezzando loro la possibilità di conoscere nuovi metodi di studio e nuove possibilità. Grazie ad una buona relazione e un lavoro tra famiglia e pedagogista si possono raggiungere risultati sorprendenti. 

Per questo motivo ho fatto un corso specifico sui disturbi dell'apprendimento che mi ha aperto la mente e mi ha permesso di capire che quella era la strada per me. 



2. Che cosa fai oggi? 

Attualmente sono insegnante della fascia 0/6 e professionista indipendente, dove mi occupo appunto di supporto didattico per bambini con difficoltà dell'apprendimento. 

3. Che cosa ti ha spinto a scegliere questo percorso? 

Ok, quello che mi ha spinto a scegliere questo percorso è che fin da bambina avrei voluto fare la maestra e mi divertivo a scrivere con la penna rossa e correggere eventuali errori. 

Poi col tempo ho capito che quella penna rossa non avrebbe portato i “miei alunni immaginari” ad avere buoni voti e che nei quaderni dei bambini bisogna entrarci in punta di piedi, specialmente quando bisogna correggere degli errori. Così ho capito che volevo essere una maestra diversa da quelle che avevo avuto io, che mi affrettavo ad imitare da piccola. 

Certo alcuni insegnati avevano anche lasciato segni positivi in me, ma volevo fare qualcosa per cambiare. Quindi successivamente mi sono chiesta: "Che cosa hanno fatto quei professori per comportarsi in maniera diversa da altri?" e "Che atteggiamenti hanno avuto quei professori che mi hanno lasciato impressioni negative?" da quelle domande e riflessioni ho capito che erano state le parole dette, le frasi di fiducia o di sfiducia che hanno avuto una forte valenza emotiva in me, e sicuramente in altri.

4. Quindi ora ti chiedo chi è il Pedagogista? 

Allora, possiamo innanzitutto dire che il pedagogista si occupa di sviluppare il potenziale umano, a partire dal bambino fino all’anziano. Inoltre, questa figura coordina i servizi educativi nelle strutture educative, attraverso un percorso di coordinamento pedagogico. 
Tuttavia il pedagogista può specializzarsi in vari ambiti: scolastico, famigliare, giuridico. 


Il pedagogista guida progetti educativi rivolti alla famiglia, alla persona, alla coppia. 

Egli attraverso l'osservazione e l'analisi dei bisogni, struttura interventi ad hoc adatti per ogni esigenza familiare, infatti accoglie ed ascolta i bisogni delle famiglie in termini educativi.  

4. Come si svolge il tuo lavoro da professionista? E' svolto solo di persona o anche on-line? 

Allora, il mio lavoro presso lo studio di consulenza pedagogica, ha inizio attraverso una consulenza online o in presenza, rivolta alle famiglie. 

Sono tanti i motivi per cui un genitore potrebbe richiedere una consulenza pedagogica, ad esempio: gestione dei capricci, regole, sostegno genitoriale, supporto scolastico dei propri figli e tanto altro. 

La consulenza pedagogica mi permette di capire e accogliere le esigenze di ogni persona e strutturare un percorso ad hoc, al fine di raggiungere insieme, passo dopo passo gli obiettivi prefissati. 

Solitamente mi occupo di accompagnare i bambini nel loro percorso scolastico, attraverso giochi di apprendimento che stimolano e attivano la loro conoscenza. 


5. Concludo chiedendoti se ci sono dei tabù nella professione del Pedagogista?

Diciamo che questa visione si sta un po' pian piano superando, quello che posso dire è che c'è un po' di timore nel riconoscere un problema, perché si pensa si possa essere giudicati. Questo secondo me è un tabù in assoluto, trasversale. 

La bravura del professionista è quella di accogliere e non far sentire giudicato chi in quel momento ti sta chiedendo aiuto. Se si ha una buona rete di conoscenza può essere che si chieda aiuto con più facilità.

Il problema principale del pedagogista è che non si conosce bene che cosa fa, c'è poca informazione. Non si fa cultura generale e non si capiscono bene i ruoli dei professionisti.

Ricordate che chiedere aiuto non è una vergogna, ma una scelta coraggiosa! 



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