Intervista a Veronica - Chi è e cosa fa il supervisore educativo?

 1. Ciao Veronica ormai ci conosciamo da un paio di anni e ti ho vista in percorsi diversi ma sempre volti al miglioramento, quindi mi viene da chiederti, chi è Veronica Togni?

Ciao Silvia ! Ahh questa è una bellissima domanda che mi permette di unire moltissimi punti per comunicare il messaggio e la piccola parte di rivoluzione che desidero portare nel mondo. 

Chi mi ha conosciuta l’ha fatto tramite i social, e pensa che io mi sia sempre occupata di bambini piccoli, della fascia 0-3 insomma. In verità sono laureata in Psicologia dell’Educazione (classe L19) e ho lavorato con bambini e ragazzi scolarizzati e per un periodo con l’adulto.

Ho cominciato come educatore di sostegno in primaria e secondaria di primo grado. Poi ho prestato un anno di Servizio Civile in una casa Protetta in un progetto di Antitratta, facendo volontariato sulla strada per invitare le ragazze, vittime di prostituzione, ad uscire da quella rete tossica di tratta umana. Ho poi lavorato in un residenziale con utenza con dipendenze e disturbi psichiatrici di vario tipo. 

Volevo diventare psichiatra, purtroppo l’indigenza economica familiare non me l’ha permesso, ma il disturbo mi ha sempre incuriosito. Capire come la mente funziona, perché e poi come è possibile educare per una sanità mentale. Negli anni con queste esperienze, mentre anche studiavo, ho osservato come famiglia e scuola siano condizioni strettamente necessarie per crescere nel benessere. 

Da qui, una volta laureata mi sono aperta la strada per lavorare su questi temi, con le competenze che avevo. Mi sono così innamorata del mondo scuola, ma non come insegnante, perché non mi interessa, ma come stratega sul campo, specializzandomi nelle difficoltà scolastiche. Potenziando e accogliendo con altri modi possibili, i bambini e ragazzi che vivono ansia, paure e sofferenza e le manifestano a scuola. Per questo motivo di recente sono diventata anche Supervisore Educativo. 

Ora attendo di candidarmi ad un nuovo Master che ha pochissimi posti. Spero di entrare!

2. Parliamo dei tuoi recenti studi, in passato ti sei dedicata spesso su Instagram in contenuti prevalentemente di pedagogia Waldorf, poi hai anche lavorato in una scuolina, oggi parli agli adolescenti, mi sembra chiaro che questo tuo percorso abbia sempre a cuore il benessere del bambino/ragazzo in primis? 

Assolutamente sì. Quando sono approdata su Instagram, questi era uno strumento nuovo nella quale condividevo la quotidianità di neomamma alle prese con la crescita di una bambina ed inserivo note specifiche in base all’età e alle difficoltà di quella specifica età, fino a quando mi hanno hackerato il profilo ed ho dovuto ricominciare da capo. 

Rispetto agli altri genitori avevo semplicemente studi specifici inerenti al campo educativo perché è sempre stata la mia professione prima di diventare mamma. Le teorie pedagogiche sono tantissime e l’errore che ho sempre detto è quello di chiudersi in regole che non permettono di vedere realmente chi si ha davanti. La pedagogia Waldorf ha moltissimi pregi, secondo il mio punto di vista, e per la prima infanzia è quella che più sposo, nonostante non condivido tutto (come ho sempre detto). Per le fasi evolutive successive invece ritrovo resti una teoria del 1925 quindi non al passo con i tempi.  

Quando ho cominciato a lavorare e studiare all’Università, con i bambini ed i ragazzi erano altri i problemi, ed ogni generazione ci mostra qualcosa di nuovo. Figuriamoci oggi, dopo quasi un secolo, quante cose sono cambiate. Come professionista penso di parlare a tutti. Lavorando con bambini e ragazzi di diverse età (la studentessa più grande che seguo ha 16 anni)) riesco a toccare con mano i problemi quotidiani di diverse età. Ognuna di queste ha sue specifiche difficoltà, ma ho potuto osservare come l’infanzia nutre l’adolescenza. Oggi sto studiando e lavorando molto anche sul tema adolescenziale perché è li che i bambini arriveranno. È una seconda nascita e oggi riuscire a comprendere le difficoltà dei giovanissimi mi permette di tracciare un modello, ipotetico, volto a declinare quali siano i fattori di rischio e quali invece le buone pratiche da mettere in azione sia come genitore sia come professionista nelle fasi evolutive precedenti, soprattutto negli ambienti scolastici. 

Ho voglia di rivoluzione, non so se s’è capito! 


3. Raccontami del tuo lavoro di oggi con gli adolescenti, mi piacerebbe saperne di più. 

Io adoro i preadolescenti. Sempre stato e sempre sarà, credo. Già da prima di diventare mamma lavoravo come educatrice di sostegno all’interno di una secondaria di primo grado e sono poi stata in una struttura residenziale per utenti con disturbi psichiatrici, dipendenze e simili. Qui c’era un minorenne e ricordo che durante quell’esperienza avevo ben capito che preferivo lavorare con i giovani piuttosto che con gli adulti. 

Oggi lavoro principalmente con casi di adolescenti ritirati sociali e preadolescenti che sono li li per chiudersi nella loro cameretta, decisi a non uscirne più. Spesso arrivano con genitori spaesati perché il ragazzo ‘non funziona’ più come prima e non lo riconoscono. Parlano di DSA non diagnosticate alla primaria e altre difficoltà scolastiche. In realtà questi ragazzi si stanno addentrando in una fase dove hanno tantissimi compiti evolutivi da svolgere... e quelli didattici non sono granché interessanti, ed è normale che sia così. Più spesso però i ragazzi e le ragazze che arrivano hanno dentro tanto dolore, tanto malessere. Ansia di non riuscire, non essere all’altezza. 

Al momento dunque il mio lavoro principale consiste nel sostenere i ragazzini con queste difficoltà scolastiche facendo capire che il fallimento (nel mio lavoro si parla di insufficienze nei compiti, nelle interrogazioni ecc..) è semplicemente un processo: si impara sbagliando. Se si fa subito giusto non si sta imparando niente, si sapeva già. È però un lavoro molto difficile perché siamo in una società performante che cerca di anestetizzare il dolore ed eliminare l’insuccesso. Ovviamente non sono una psicoterapeuta, il mio percorso di studi è stato sulla psicologia dell’educazione, per questo i giovani che seguo frequentano dei loro terapeuti, con cui collaboro per il benessere del ragazzo. 

La scuola è, per me ed i terapeuti, un mezzo concreto per veicolare importanti messaggi. Peccato che i docenti sono lasciati soli. Alle prese con una burocrazia che non gli compete, sminuiti dalla società, non riconosciuti nel loro ruolo e non riescano a capire il capitale umano che hanno tra le mani... per fortuna però noto che ci sono tante mosche bianche, speriamo aumentino.

4. Forse perché mi avvicino all'adolescenza con mia figlia, ma vorrei chiederti, quali sono le difficoltà che incontrano oggi i ragazzi, sia a scuola che in generale. 

 Le ricerche ci dimostrano che i ragazzi oggi soffrono, tantissimo. Sono aumentati i suicidi, i disturbi della condotta alimentare, i disturbi d’ansia e dell’umore. Si tagliano. Incidono la loro pelle per lenire un dolore profondo che li mangia da dentro. Si ritirano e si vergognano. Un tema che uscirà sempre di più, anche nei prossimi anni, è quello della regressione della sessualità, che se porta con sé notizie buone come la diminuzione della percentuale delle ragazze madri, ha un carico altrettanto negativo per la società. Insomma, molti sono i giovani che stanno male.


5. Ultima domanda, cosa consiglieresti ai genitori di figli pre o già adolescenti? 

Di volergli bene.

Di capire cosa sia normale in adolescenza e cosa invece sta diventando patologico.

Di non interessarsi solo a quanto sono bravi a scuola o negli sport.

Di essere per primi modelli (cosa tipica che vedo sono i genitori che chiediamo al proprio figlio di smettersela di stare sullo smartphone e poi loro sono i primi a farlo).

Di essere adulto e non amico.


Per contattare Veronica

Mail: veronicat.consulting@gmail.com

Ig: veronica__togni


Commenti

  1. Bellissima intervista ❤ sono educatrice nelle scuole e anch'io vedo tanta sofferenza nei bambini/ ragazzi, sofferenza ignorata e non capita...cerchiamo ogni giorno di fare la differenza ❤

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    1. Ciao Luana, sì sì aprono davvero mondi immensi, di base penso che ci vorrebbero condizioni di lavoro migliori per tutti per permettere di avere una vita più rilassata, tollerante e calma.

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  2. Grazie per il tuo tempo e impegno nel creare questo blog

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