Il primo anno dei bambini: la fase della lallazione


Perché i bambini non parlano subito alla nascita?
Per tantissimi motivi, che vediamo piano piano, ma il primo, è perché l'apparato vocale del bambino piccolo non è una copia di quello dell'adulto, anzi esso assomiglia all'apparato vocale dei primati non umani, ed è per questo i bambini piccoli e comunque entro la prima metà del primo anno non riescono ancora ad usare la bocca come strumento per parlare. Un po' come voler andare in biciletta senza avere la capacità di farlo.
Pian pianino però con la crescita del bambino anche la cavità orale si allunga e si allarga, e così il bambino inizia la produzione dei suoni del linguaggio, all'incirca verso la fine del primo anno di vita.

E nel frattempo? Il bambino ascolta attentamente, osserva e comprende alcuni aspetti delle proprietà tipiche della sua madrelingua. Come potrebbe parlare se non con un'attenta analisi linguistica! Inizia ad analizzare e confrontare il linguaggio adulto per poi essere pronto, quando tutti i pezzi del puzzle saranno a posto, ad esprimersi linguisticamente.

Ma i bambini passano da essere muti a parlare?
No, il processo linguistico si divide in fasi, dal solo pianto, che segnala una necessità impellente e vitale del bambino, alla lallazione, che porterà poi benefici allo sviluppo del linguaggio vero e proprio.
La lallazione infatti è la ripetizione di sillabe standard come per esempio: "dadadada, mamamama" ovvero la ripetizione di sillabe uguali. E' sostanzialmente il periodo di prova, in cui il bambino prova ad affiancare suoni simili e li ripete fino ad essere stufo, o sicuro dell'emissione sonora.
Piano piano, sempre più sicuro, il bambino inizia una lallazione diversa, più evoluta; inizia a combinare sillabe diverse, definita lallazione variata: "madada, pamama, dadaba".
E dopo innumerevoli prove, un po' come i mattoncini delle costruzioni, arriva a ciò che viene definito gergo, una sorta di linguaggio inventato dai bambini simile una lingua sconosciuta, sonora, ma priva di significato.
"Ricerche linguistiche dicono che già All'età di 7 mesi quando i bambini stanno scoprendo attivamente lallazione gli stessi stiano già analizzando il flusso del parlato"[cit. fondo pagina], che come sappiamo comprende sia parole che pause. Con la creazione di un magazzino di suoni familiari il bambino sta accumulando ciò di cui avrà bisogno quando poi imparerà ad associare parole e significati.

Qual è, quindi, lo scopo della lallazione? A che cosa serve? 
Il bambino grazie a questi linguistici si esercita nel posizionare gli arti deputati all'emissione sonora nel modo corretto (lingua e labbra e tutto l'apparato vocale), si ascolta! Confronta quindi i suoni che emette con i suoni degli adulti. Identifica i pezzi del puzzle linguistico, dove vanno cioè le singole parole, analizza le pause che segnalano i confini delle parole, mette a confronto i pezzi che si somigliano di più, insomma, la lallazione quindi "non è solo un gioco, la sua mancanza, l'impossibilità di sentire se stessi ed emettere determinati suoni causerà un ritardo da un punto di vista qualitativo nella produzione linguistica"[cit. fondo pagina]. 
Molto utile da parte degli adulti è la possibilità di raccontare i loro figli tutto ciò che vedono affinché i bambini, sentano suoni nuovi così acquisire nuove combinazioni sonore. Tutto ciò che sente viene infatti memorizzato all'interno di particolari spazi cerebrali denominati magazzini linguistici. "La lallazione del bambino migliora dal punto di vista qualitativo se un adulto partecipa ai suoi discorsi, un modo abituale di coinvolgere un bambino può essere di parlargli mentre se si prende cura di lui"[cit. fondo pagina]. 

cit. Il bambino impara a parlare, R. Michnick Golinkoff e K. Hirsh-Pasek

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