La psicologa dell'età evolutiva - Intervista di Ratabirata



1.Ciao Annalisa, inizio sempre le interviste chiedendo, chi sei?

Sono Annalisa, psicologa, psicoterapeuta in formazione ad indirizzo cognitivo comportamentale di terza generazione. Oltre a questo sono anche una zia, una compagna, una donna che ama leggere, scrivere racconti per bambini e cantare. Ho fatto per 5 anni l'educatrice domiciliare, lavorando a stretto contatto con bambini autistici e famiglie, ma anche con bambini con disturbi del comportamento. Un giorno ho deciso di cambiare molto la mia vita, mi sono separata e ho aperto la partita iva, iniziando a fare anche la psicologa, oltre che educatrice e insegnante di canto per bambini. Qualche mese dopo ho smesso di fare l'educatrice per dedicarmi solo al lavoro come psicologa, in particolare per l'età evolutiva, ho aperto il mio studio e ora collaboro anche con un altro studio di un paese vicino al mio. Ho studiato a Padova e al momento studio a Parma, ma continuo a vivere nel mio paesino di montagna perché amo la natura, i colori delle stagioni in montagna e non amo il caos della città, anche se adoro viaggiare.




2. Parlando della psicologia, questo solitamente e erroneamente è un campo tabù nella società, specialmente sui bambini, perché si deve riconoscere che c’è qualche problema, secondo te come si può aiutare i genitori a superare anche questi pensieri?

Purtroppo è vero, parlare di psicologia è ancora molto controverso e ci sono tanti luoghi comuni e ancora più stereotipi sia sulla nostra professione che sulle persone che si rivolgono a noi. Nel campo dell'infanzia vedo che questo è meno sentito, ma spesso passa questo messaggio: lo porto perché ha qualcosa che non va, da aggiustare. Oppure, non lo porto da nessuno psicologo perché "non è matto". Come sempre si pensa spesso che portare dallo psicologo un bambino equivalga a dargli un'etichetta. Non è assolutamente così. Lo psicologo lavora per il benessere dell'individuo, non solo sulla patologia ma anche sulla prevenzione e sui punti di forza di una persona. Inoltre, una diagnosi serve al professionista per sapere come procedere, ma non per etichettare. Ma questo è un discorso complesso e lungo.

3.  Da profana, vorrei chiederti meglio della specializzazione in psicologia dell’età evolutiva, che cos’è?

La definizione esatta del mio percorso sarebbe Psicologa dello sviluppo e dell'educazione. Mi definisco psicologa dell'età evolutiva perché ho fatto il corso di laurea ad indirizzo sviluppo ed educazione. Diciamo che mi occupo di tutto l'arco di vita ma mi sono formata nello specifico in età evolutiva sia all'università, sia poi nel post laurea con vari corsi. Lo psicologo dell' età evolutiva si occupa principalmente di bambini e ovviamente dei loro genitori. Ognuno può essere specializzato in un ambito, per esempio io mi occupo in particolare di DSA, autismo e disturbi del comportamento.


4. Come si accorge, il genitore, che si ha bisogno della tua figura professionale?

Domanda non facile. Spesso non se ne accorgono direttamente, sentono che c'è qualcosa e si rivolgono al pediatra che li invia a noi. Molte volte notano qualcosa di particolare, o dei cambiamenti evidenti nel comportamento o negli stati d'animo del bambino, che spesso si manifestano proprio in comportamenti. Occupandomi principalmente di Disturbi Specifici dell'Apprendimento, in questi casi i segnali ci sono e sono abbastanza evidenti anche per i genitori, che si rivolgono alla NPIA che però magari non offre percorsi lunghi abbastanza. I DSA sono uno dei campi che amo di più, ma mi occupo anche di Autismo e in questo caso i bambini arrivano già con diagnosi, perché i genitori cercano altro rispetto alle terapie che già hanno o cercano aiuto perché non hanno nessuno che segua i loro bambini. Altro campo di cui mi occupo sono i disturbi d'ansia e del comportamento.


5. Ultimo, i genitori oggi sono informati, ma non sono tutti educatori, insegnanti o psicologi, come possono essere dei ponti e portare nelle pratiche quotidiane dei bambini alcuni aspetti di quello che insegni?

Sicuramente ho notato, soprattutto sui social, ma anche nella mia pratica clinica, una sempre crescente attenzione all'età evolutiva e alle problematiche dei propri bambini. Tanti genitori anche "profani" si interessano, leggono libri, fanno domande. Questo è davvero molto positivo. Un consiglio ai genitori? Siate attenti, presenti, e se notate qualcosa non abbiate paura di rivolgervi ad un professionista dell'età evolutiva, anche solo per un consulto, per capire cosa si potrebbe fare, per avere le idee più chiare. Spesso noi psicologi vi daremo anche delle cose da fare a casa, e questo è uno degli altri aspetti che forse tante persone non conoscono: non abbiamo la bacchetta magica e vediamo il bambino, di solito, un'ora a settimana per un periodo di tempo; quindi ne deriva che una parte del "lavoro" sarà da fare a casa, con la guida e l'appoggio dello psicologo e sempre ovviamente, in base ad ogni singola e unica situazione.

Contatti:
Dott.ssa Annalisa Sciaboni
Psicologa dell’età evolutiva
Supervisore

Via Matilde di Canossa 1,
Villa Minozzo
Cell. 333 2896008

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