Pedagogia Waldorf e scuole - Intervista a Elisabetta


1. Ciao Elisabetta, sono contenta di averti qui con me in questo blog che amo definire casa. Prima di introdurre l'argomento centrale ti chiederei di dirci chi è Elisabetta e che cos'è Creabitus?

Mi chiamo Elisabetta e Creabitus è nato per raccontare in modo semplice ma coinvolgente la pedagogia Waldorf e tutto ciò che riguarda questo mondo. Sono insegnante in una scuola Waldorf e inoltre progetto cartelle, astucci ma anche bambole in stile Waldorf. Nelle mie creazioni cerco di unire il colore alla forma, la praticità all'originalità. Le idee che nascono nella mia testa passano per il mio cuore rimpiendosi di significato, per poi essere trasformate dalle mie mani in qualcosa di concreto.

2. Ci puoi raccontare come sei entrata in contatto con la scuola Steiner Waldorf e il tuo approccio alle arti in generale?

Ho fatto l'attrice per tanti anni e ho collaborato con un Centro di Ricerca Teatrale che si occupa di teatro ed educazione. L'etimologia della parola “educare” mi ha sempre affascinato e sono fortemente convinta che l'arte e il lavoro manuale possano aiutare tutti noi a esprimere veramente chi siamo, a comprendere i nostri talenti e a conoscere il valore delle cose.

Tutto questo l'ho ritrovato all'interno della scuola Steineriana, fin da quando abbiamo deciso di iscrivere il nostro primo figlio ad un asilo Waldorf ormai molti anni fa.

L'incontro con la pedagogia steineriana mi ha aperto le porte di un nuovo mondo in cui mi sono sentita da subito particolarmente a mio agio.



3. Che cosa ti ha fatto innamorare della scuola dei tuoi figli?


La Scuola Waldorf Como ha una storia lunga 30 anni. Negli anni ha cambiato sede, è mutata e si è evoluta ma ha sempre mantenuto forte la propria identità di scuola Steineriana. Il nostro primo incontro con questa scuola è stato nel ruolo di genitori, partecipando ad un open day diversi anni fa. Ciò che mi colpì allora è anche ciò che ancora oggi mi rende legata a questa scuola e a questa pedagogia. Ad esempio, la cura per l'ambiente, con gli arredi in legno dell'asilo e le pareti colorate delle aule. La passione degli insegnanti, che ci fecero partecipare ad una lezione di prova e ci raccontarono alcuni dei principi cardine della pedagogia. La partecipazione dei genitori alla vita della scuola, che creano così una comunità pronta a sostenersi e ad aiutarsi.


4. E dopo averla vissuta come genitore sei entrata come insegnante, ce ne parli?

Per me, avere l'occasione di insegnare ai bambini lavoro manuale, è davvero una gioia immensa.

Vedere i loro sforzi e i loro progressi, guardare con quale soddisfazione indossano una cappello realizzato a maglia con le loro mani mi fa capire quanto sia importante per loro questa materia.

Il lavoro manuale, secondo Rudolf Steiner, doveva essere sempre presente nel piano di studi di una scuola Waldorf. Egli riteneva inconcepibile che potessero esserci grandi medici incapaci di attaccarsi un bottone da soli. 

Il lavoro manuale aiuta gli alunni ad imparare ad avere pazienza e costanza. Allena la loro volontà e il loro pensiero logico e progettuale, ma lo fa in modo pratico. Il piano di studi della materia di lavoro manuale segue lo sviluppo antropologico del bambino dal punto di vista steineriano. Ad esempio in quarta classe si esegue il punto croce, mentre il ottava si inizia ad utilizzare la macchina da cucire per arrivare a confezionare i costumi dello spettacolo teatrale di fine anno.


 

Ho fatto teatro per anni ma dopo l'arrivo del mio secondo figlio ho sentito il bisogno di fermarmi per un po'. Con una laurea specialistica in Organizzazione di eventi culturali e un master in Educazione alla Teatralità, ho deciso che era venuto il momento di ricominciare ad utilizzare le mie mani per creare.

Ho ripreso a cucire, lavorare a maglia e all'uncinetto tutte cose che avevo appreso da piccola grazie a  mia nonna e  mia mamma. Nel frattempo, mio figlio maggiore aveva iniziato l'asilo Waldorf e ho cominciato ad approfondire questa pedagogia e tutto ciò che la riguardava, scoprendo tanti aspetti che la rendevano molto vicina al mio modo di pensare.

Anni dopo, l'insegnante di Lavoro Manuale della Scuola Waldorf Como mi ha proposto di affiancarla per un tirocinio in ottava classe, dove le mie competenze sartoriali potevano essere utili. Poi mi è stato proposto di prendere alcune classi in autonomia e così eccomi qui. Nel frattempo ho iniziato a frequentare un corso di formazione organizzato sempre dalla nostra scuola, ho proseguito con ore di tirocinio e affiancamento per portare avanti la mia formazione e ho continuato a studiare per conoscere sempre meglio Steiner e la sua pedagogia.



5. Che cosa ti senti di suggerire ai genitori che hanno la necessità di scegliere un percorso per i loro bambini fin dall'infanzia?

Dico di fare domande.
Chiedere, chiedere e chiedere senza remore, perché è davvero l'unico modo per capire a cosa si sta andando incontro.

Quando è stato il momento di iscrivere il nostro primo figlio all'asilo non visitammo solo quello Steineriano. In ciascuna struttura io feci quasi sempre le stesse domande ma le risposte che mi furono date erano diverse. 

Negli insegnanti e nei genitori della scuola Waldorf trovai ciò che stavo cercando per mio figlio. Non dico che la pedagogia Waldorf sia la migliore in assoluto, ma è sicuramente quella che va bene per noi e la nostra famiglia. 

Ciò ha significato fare delle scelte e anche delle rinunce. Ma l'entusiasmo e la curiosità con cui i due più grandi affrontano le giornate di scuola o l'allegria del più piccolo quando mi aspetta nel giardino dell'asilo mi fanno capire che questa, per noi, è stata davvero la scelta più giusta.


Grazie Elisabetta per questo emozionante viaggio nella scuola Waldorf.

Se volete trovare Elisabetta sui social la trovate su Instagram come: @creabitus_life e sul suo sito www.creabitus.com






 

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